I materiali per la bioedilizia hanno un impatto minore sull’ambiente rispetto ai normali materiali. Un edificio costruito con questo tipo di materiali subirà quindi una riduzione in termini di consumo energetico e conseguente inquinamento. Per costruire in classe energetica elevata, i materiali per la bioedilizia sono necessari, seppur non sufficienti: serviranno poi impianti all’avanguardia e un buon progetto architettonico.
Un materiale è adatto alla bioedilizia quando è performante per tutta la durata del ciclo vitale. La sua sostenibilità si valuta lungo l’intera estensione della vita. Un materiale si può infatti definire “sostenibile” quanto sono minori il dispendio di energia e la produzione di rifiuti necessari per produrlo, utilizzarlo e smaltirlo. A tal proposito, alcuni istituti di ricerca hanno definito i criteri per la definizione dei materiali per la bioedilizia, in modo da evitare equivoci in fase di progettazione e costruzione degli edifici. È nata una serie di marchi che provano la qualità bioecologica, quali IBO, IBR, IBN (tedeschi), ANAB (italiano) e infine l’Ecolabel, il marchio di certificazione emesso dalla Commissione Europea. Negli Usa, i marchi sono numerosi: tra tutti, il più noto è il LEED.
In termini più specifici, i principali requisiti per i materiali da costruzione nel settore della bioedilizia sono:
In sostanza, i materiali ecosostenibili per la bioedilizia devono rispondere sia a criteri ecologici che a performance fisico-chimiche.
In bioedilizia viene spesso consigliato l’utilizzo del cemento, a patto che sia in purezza, come ad esempio quello bianco. Altri materiali comuni per la bioedilizia sono:
Costruire in bioedilizia non è solo una scelta economica, ma anche etica. Da un lato, è innegabile il vantaggio per il portafogli, dal momento che può ridurre del 50% la spesa energetica che grava sulle famiglie che abitano l’edificio. Dall’altro, è evidente che i materiali per la bioedilizia portino a costruzioni sostenibili, che sono un atto di rispetto nei confronti dell’ecosistema.